Innovazione: in Italia solo il 23% delle PMI è digitalizzato
Noesi Evolution
21 Ottobre 2022
Secondo una ricerca dello IULM condotta per Promos: in Italia solo il 23% delle aziende si reputa digitalizzata.
In questo articolo verranno esaminati i vantaggi economici, normativi, contributivi e fiscali a favore dell’imprenditore che stipula un contratto di apprendistato professionalizzante.
L’apprendistato professionalizzante è un accordo di lavoro a tempo indeterminato disponibile in tutti i settori che ha l’obiettivo di offrire ai giovani un’opportunità di inserimento nel mondo del lavoro per migliorare o perfezionare le loro competenze professionali.
Si rivolge a coloro che hanno un’età compresa tra i 18 e i 29 anni, a meno che non vi siano delle eccezioni specifiche.
I vantaggi economici rendono, da sempre, l’apprendistato uno dei contratti di lavoro più appetibili per aziende e professionisti, infatti, al fine di inserire i giovani nel mercato del lavoro, la legge prevede svariati incentivi di tipo contributivo, retributivo e normativo:
Le aliquote a carico del datore di lavoro sono molto ridotte per le aziende che scelgono l’apprendistato professionalizzante e variano in base alle dimensioni dell’azienda.
Per le aziende fino a 9 dipendenti le aliquote contributive a carico del datore di lavoro sono così ridotte:
Per le aziende oltre i 9 dipendenti l’aliquota contributiva è pari all’11,61% per tutta la durata dell’apprendistato.
Per calcolare la dimensione occupazionale dell’azienda, il momento da considerare è la costituzione dei singoli rapporti di apprendistato, e devono essere inclusi i lavoratori con qualsiasi qualifica, esclusi invece gli apprendisti e i lavoratori sostitutivi.
Inoltre, per favorire la stabilizzazione del rapporto di lavoro, i benefici contributivi descritti sopra sono mantenuti per un anno dopo la fine dell’apprendistato.
Dal mese successivo alla scadenza dei benefici, è previsto un ulteriore esonero del 50% dei contributi a carico del datore di lavoro per un massimo di 12 mesi, a patto che il lavoratore non abbia compiuto 30 anni al momento della conferma in servizio. Questa agevolazione è limitata a 3.000 euro all’anno.
Le aziende possono trarre vantaggi dalla possibilità di:
Questi due meccanismi sono scelti alternativamente e non possono essere utilizzati insieme. La retribuzione dell’apprendista aumenterà nel corso del periodo di formazione in relazione alla crescente professionalità del dipendente, come previsto dai contratti collettivi.
Le spese connesse al contratto di apprendistato, come salari, contributi previdenziali, costi oneri sociali e il TFR, non sono incluse nella base per il calcolo dell’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive).
Gli apprendisti sono esclusi dal computo dei limiti numerici previsti da leggi e contratti collettivi di lavoro per l’applicazione di particolari normative ed istituti, fermo restando per il settore artigiano quanto disposto dall’articolo 4 della legge 8 agosto 1985, n. 443.
Difatti sui licenziamenti individuali gli apprendisti sono esclusi dai limiti numerici previsti per l’applicazione dell’art. 18 della legge 300/1970. Inoltre, gli apprendisti vengono esclusi dai limiti numerici per il collocamento obbligatorio.
Progettiamo ed offriamo programmi di formazione, sia per le imprese che per gli apprendisti, utilizzando anche risorse economiche erogate dai fondi interprofessionali o dalla Regione, al fine di trasmettere competenze di base, tecnico-professionali e trasversali.
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